Duemiladiciannove: sembra l’inizio di un film di fantascienza degli anni Settanta. Negli oceani compaiono isole di plastica, il riscaldamento globale scioglie i ghiacciai e ogni giorno sono milioni i bambini che muoiono tra i conflitti in Medio Oriente, le guerre per le pietre rare in Africa e le malattie nel sud est asiatico. Non c’è da stupirsi che il mondo della televisione e quello della musica vivano un momento di crisi. Non c’è da stupirsi nemmeno se di un’emittente microscopica come Vuemme non freghi un cazzo a nessuno.
Ebbene, posso dirvi che non è proprio così.
Nelle piccole realtà risiede una certa dose di salvezza e di redenzione.
Dentro il nostro infinitesimale quotidiano c’è il seme dell’espiazione.
No, non è un’omelia pallosa da catechismo post peccati di gola natalizi. Non è nemmeno il consueto monito moralista che segue il giro di boa del Capodanno.
E’ soltanto la consapevolezza di quanto si è fatto durante i trecentosessantacinque giorni appena trascorsi, che sommati l’uno con l’altro, senza nemmeno avere il tempo di rendercene conto, stagione dopo stagione, hanno contribuito a comporre un altro pezzo della nostra seppur umile storia.
Una vita non varrà di certo meno di un’altra, ma se essa risulta priva di esperienze, beh, cosa è stata vissuta a fare?
Non spetta a noi decidere cosa sia degno, sia chiaro, ma di certo ci compete, come soleva ricordare Sartre, il senso di “responsabilità” e il dovere di giungere al compimento di una “azione”.
Sennò saremmo morti che camminano, manco fossimo davvero in un film post apocalittico, magari di George Romero.
E chi l’ha detto che non ci piaccia?
Vuemme è in “Missione per conto di Dio” dal 2017 ma quest’anno, e ci auguriamo di dirlo ad ogni primo Gennaio avvenire, in una escalation di sospirati traguardi da cogliere, abbiamo davvero dato il massimo. Raggiungere tutti quegli obiettivi che nemmeno ci eravamo preposti, che durante il cammino si sono presentati come miraggi o come irragionevoli e deliranti follie, è stato qualcosa di memorabile.
C’è soltanto un’entità che ci sentiamo di ringraziare, ed essa è ben più tangibile di un qualsivoglia membro di una qualsivoglia cosmogonia mitologica o religiosa: il nostro PUBBLICO.
Sì, avete capito bene, che siate pochi o tanti a noi non importa; ci importa soltanto che esistete, che ci fate sentire vivi, che ci date ogni giorno linfa, che CREDETE.
Dobbiamo pur credere in qualcosa, no?
Siete cascati male, siamo d’accordo, a credere proprio in questa accozzaglia di pazzi nostalgici visionari che hanno Videomusic, Star Wars e Ghostbusters come Santa Trinità e che pretendono di cambiare il mondo con una telecamera e uno smartphone.
Eppure, ogni sfida è stata vinta; ogni fantasma è stato intrappolato; ogni Sith è stato fulminato; ogni videoclip è stato cantato e ballato.
Venimmo, Vedemmo, e lo inculammo!
Buon Anno a chi ci ha sostenuti.
Buon Anno a chi ci ha incontrati.
Buon Anno a chi ci ha amati.
Buon Anno a tutti VOI!!!