Amore e musica: forse il connubio più longevo che esista.
Un legame più forte di quello con la poesia.
E’ per questo che Vuemme celebra il giorno di San Valentino senza pensare troppo alle sovrastrutture culturali e sociali che lo hanno caratterizzato nel tempo; senza quel velo di polemica che vorrebbe la festa degli innamorati come un bieco tentativo di mercificazione dei sentimenti, una campagna pubblicitaria per i cioccolatini o per i palloncini. Niente di più lontano, in verità. Perché come è vero il luogo comune per il quale si dice con estrema convinzione che l’amore andrebbe festeggiato ogni giorno dell’anno, è altresì giusto, nell’era della memoria corta, stabilire con fermezza che l’amore esiste, è vivo e batte forte dentro ai nostri cuori.
Ecco perché esiste un giorno apposito, proprio di Inverno, quando fuori è freddo e abbiamo più bisogno che mai di calore; poco prima del Carnevale, la festa più triste che ci sia.
Perché siamo calati in una realtà dove per ambizione si guarda avanti, per malinconia si guarda indietro e ci dimentichiamo fin troppo spesso di guardare al nostro fianco, dove ci sono altri sette miliardi di individui che stanno compiendo, ognuno a suo modo, il loro cammino.
E se allunghiamo di poco il braccio e tendiamo la mano, scopriamo con estrema soddisfazione e grandissimi risultati che è possibile correre insieme verso la meta.
Ma poi, la meta: ci interessa davvero?
Sempre tutti lì a puntare a qualcosa, a contemplare, senza mai raggiungerlo, un obiettivo, in un perenne volo di Icaro destinato alla caduta.
Le nostre ali stanno insieme con la cera mentre l’unico vero collante forte e resistente è quello delle relazioni, che si ottiene con un solo ingrediente: la consapevolezza dei propri limiti.
E’ in quell’istante che ci rendiamo conto di aver bisogno di altri esseri umani, di altre forme di vita, per poter andare avanti; la nostra specie è stata concepita per cooperare.
E la forma di cooperazione più efficace è senza dubbio l’amore.
L’amore è l’unico istinto primordiale che si può evolvere nella più complessa manifestazione del pensiero umano.
E’ l’ingranaggio perpetuo, l’asse su cui ruota l’esistenza.
Senza l’amore saremmo destinati all’estinzione nel grigiore rigido della pietra.
Eppure, è possibile amare anche le rocce.
Esistono infinite forme di amore: l’amore per il prossimo, per la conoscenza, per la bellezza, per il futuro, per la storia, per la scienza, per la famiglia, per gli amici, per gli animali, per i sogni…Fondamentalmente perché ci innamoriamo di un’idea.
Così che la realtà somigli un po’ di più all’immagine che ci siamo fatti della felicità.
Perseguire la felicità è necessario ed è una sfida, ai tempi delle apparenze e dell’ingordigia.
E provare ancora quell’attimo intenso di calore che si prova solo mentre doniamo e riceviamo amore è l’essenziale.
Resistere è amore; combattere è amore; andare lontano.
Ma lo è anche separarsi, piangere e abbandonarsi al destino.
Il paradosso per cui c’è un amore immenso dentro a chi è solo, a chi è triste, a chi piange.
Eppure, scoprire il fianco, mostrare le nostre debolezze durante la rinuncia o di fronte ad un addio è una prova d’amore altissima.
Perché la vita è ondivaga e ciclica; ci presenta situazioni ora dolorose e ora piene di giubilo, ma qualunque sia l’evento che essa ci pone di fronte, è sempre straordinario.
Ed ecco che l’amore arricchisce ogni secondo, negli occhi di un bimbo appena nato, di fronte al suo primo sorriso o nella forza che esprime quando pronuncia la prima parola o muove il primo passo; l’amore dentro una testimonianza dei tempi andati, piena di lacrime ed esperienza, di un anziano che ci racconta la sua giovinezza; l’amore nell’ardore di due ragazzi che non possono restare un secondo senza soffocarsi di baci o senza sfiorarsi la mano; l’amore in una notte intera passata sulla spiaggia con gli amici di una vita a dirsi addio prima che uno di loro parta per un posto lontano, perché il lavoro, gli impegni, l’esistenza ti strappano in mille pezzi e lacerano ogni tuo rapporto; l’amore dentro l’incognita di un risultato di un esame per il quale abbiamo studiato, lavorato, pensato, digiunato per mesi; l’amore vincolato alla fragranza del caffè appena uscito dalla macchinetta; l’amore ai tempi di internet e dei social network, per un like sospirato; l’amore che ti sussurra all’orecchio ad ogni pagina letta del tuo libro preferito; l’amore spillato dal fusto di una birra eccezionale; l’amore che ti fa tremare le ginocchia davanti al Muro di Berlino, perché sì, siamo tutti connessi, e sentiamo il dolore altrui, le sofferenze, le paure; l’amore che fa così incazzare quando, davanti ad una lapide, non riusciamo a capire perché sia tutto così effimero e niente si possa trattenere per sempre, di fronte alla natura umana; l’amore che affonda un pugno alla bocca dello stomaco davanti alla Pietà di Michelangelo, e allora ti chiedi se tu, proprio tu che non credi mai in niente e reputi tutto frutto della ragione, non stai sbagliando e ci sia davvero qualcosa che somiglia a Dio; l’amore lassù, nel sette, sotto la traversa, dopo una punizione che lascia il portiere fermo immobile, lui che l’ha battezzata fuori, e il pallone invece gira perché non è vero che il mondo si basa sulla fisica ma si fonda sulla magia; l’amore con le zampe piene di fango addosso alla tua camicia migliore e quello sguardo senza compromessi, una vita completamente dedicata a te, e tu che capisci quanta anima ci sia dentro al tuo cane, quel gigante di quaranta chili che dentro la gabbia del canile era praticamente invisibile; l’amore che sgorga dalle mani come fossero una cornucopia quando suoni la chitarra, scrivi, dipingi, scolpisci, coltivi, martelli, lucidi, pialli, scartavetri: qualsiasi cosa fai con il sudore della tua fronte e mediante il prodigio del tuo ingegno, perché puoi, anzi devi, fare qualsiasi cosa; l’amore di ciò che ti sopravvive, il segno che lasci, diventando immortale nella memoria; l’amore di mamma, l’amore di papà, che ovunque sarai proteggeranno e sosterranno per sempre quella testa di cazzo che sei, soprattutto quando sbagli, quando cadi, quando scopri quanto è dura ogni superficie dove sbatti; l’amore di una donna in ogni tratto della sua immensa bellezza, nel suo animo resiliente, attraverso il suo sangue che è linfa di perfezione divina, è la luna per il mare, la pioggia per la terra; l’amore di un uomo, così debole da solo, così orgoglioso, così fallace, così umano, così testardo; l’amore che irrompe nell’istinto di esplorare, di viaggiare, di spingersi oltre; la nostra innata necessità di sbagliare; l’amore del tempo.
L’amore che illumina.
L’amore che chiama.
Buon San Valentino a tutti